Gli apparati difensivi della "Fortezza di Bergamo" tra XVI e XVIII secolo

"Ridotta in fortezza è una delle principali che habbia questo Ser.mo Dominio così per antichità et nobiltà sua, come ancora per la viva fede et devotione di quelli nobili et altri habitanti ....", così il capitano Giovanni da Lezze nella "Descrizione di Bergamo e suo territorio 1596" iniziava il capitolo dedicato alla fortezza di Bergamo.

Costruzione voluta dalla Serenissima Repubblica di Venezia, è oggi fra le più importanti testimonianze dell'architettura militare veneta della fine del XVI secolo.

Concluso il "periodo di transizione", con l'uso generalizzato, nelle guerre, delle armi da fuoco si da inizio (1561-1588) alla costruzione di un'opera che, sfruttando le nuove teorie del "fronte bastionato", con forme particolari assunte dalla muraglia doveva resistere all'attacco delle armi da fuoco e dare la possibilità ai difensori di raggiungere e quindi coprire, con il tiro d'artiglieria, tutte le parti della fortificazione.

 

Lungo il tracciato delle mura, in posizione spesso nascosta al tiro nemico, esistevano alcune cannoniere sotterranee, o in "casamatta", ed alcune a cielo aperto che permettevano l'alloggiamento dell'artiglieria e delle munizioni utili alla difesa della città.

Secondo la ricostruzione proposta nel volume “Le Mura di Bergamo”, edito dall’Azienda Autonoma di Turismo nel 1977, si contavano 17 cannoniere in casamatta e 25 a cielo aperto ma non è semplice stabilirne il numero preciso in quanto, dalla fine del dominio veneto, sono state moltissime le modifiche effettuate lungo il perimetro delle mura e gran parte delle cannoniere sono state murate e si ritrovano invase di terra di riporto, derivante soprattutto dallo sgombero dei terrapieni esistenti sul bordo superiore delle mura all’epoca veneta o da demolizioni effettuate per risanamento in Città Alta durante il 1800.

Parte delle bocche cannoniere sono state chiuse anche per evitare l'ingresso dei contrabbandieri in Città Alta, quando la fortificazione veneta rappresentava cinta daziaria.

 

Nel sistema difensivo della Città dobbiamo inserire anche il Castello di San Vigilio che con la sua posizione sopraelevata ha sempre rappresentato un punto strategico per la fortezza.

Di costruzione molto antica, documentazione sicura si ha a partire dal XII secolo ma non si escludono preesistenze anche in epoca romana, nel corso delle dominazioni ha subito varie modifiche per adattarsi alle varie fasi dei sistemi di guerra.

 

Clicca sulla mappa per maggiori informazioni su alcune strutture sotterranee esplorate e studiate dal GSB le Nottole:

 

 

 

 

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